Stressato? ingestibile? Ansioso? Come sta il tuo bambino?

Stressato? ingestibile? Ansioso? Come sta il tuo bambino?

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Non riconosci il tuo bambino?

È spesso intrattabile?

Pensi di aver lavorato tanto sulla sua educazione e ti sembra di dover ricominciare tutto da capo?

Lo trovi maleducato, inquieto, facilmente irritabile, ansioso?

Fa difficoltà a staccarsi da te?

Manifesta il timore di venir abbandonato?

Non sei solo, il 65% dei bambini sotto i 6 anni e il 71% dei ragazzi fino ai 18 «hanno avuto problemi comportamentali e sintomi di regressione». Colpa dello stress ma non solo.

Forse, il tuo bambino, ha risentito degli eventi dell’ultimo anno, più di quanto, a prima vista, ti è stato possibile capire, forse con il suo atteggiamento, ti sta dicendo più di quello che riesce ad esprimere a parole.

La ricerca

Un’indagine condotta dall’Istituto Gaslini di Genova sull’impatto del lockdown sui bambini e sugli adolescenti mostra i maggiori disagi riscontrati.

Nei bambini sotto i 6 anni, i disturbi più frequenti registrati sono stati

  • aumento dell’irritabilità
  • disturbi del sonno (paura del buio, risvegli notturni, difficoltà di addormentamento)
  • disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione).

Mentre nei bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni è prevalsa

  • sensazione di mancanza d’aria
  • significativa alterazione del ritmo del sonno (con tendenza ad andare a letto molto più tardi e non riuscire a svegliarsi al mattino),
  • aumentata instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore.

Lo studio ha inoltre messo in luce che il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali dei bambini e dei ragazzi è statisticamente associato al grado di malessere dei loro genitori. Questo significa che all’aumentare dei sintomi di stress causati dall’emergenza Covid-19 nei genitori (disturbi d’ansia, dell’umore, del sonno, consumo di farmaci ansiolitici), aumentano i disturbi comportamentali e della sfera emotiva nei bambini e negli adolescenti.

La ripresa scolastica

La riapertura delle scuole, nonostante tutte le complicazioni del momento, offre l’opportunità di interazione tra coetanei, uno strumento essenziale per il loro sviluppo emotivo e l’acquisizione di competenze. Proprio in concomitanza della ripresa scolastica è importante non abbassare la guardia e monitorare, con serenità, le reazioni e gli atteggiamenti dei nostri figli, bambini o adolescenti che siano. Con un approccio positivo e aperto, il genitore può mettersi nella condizione di intervenire tempestivamente, qualora la situazione psicologica, emotiva o relazionale si manifestasse con segnali di disagio.

Non possiamo sottovalutare l’impatto psicologico (o psichiatrico) subito dai più piccoli a causa della pandemia, potremmo doverne affrontare le conseguenze per i futuri anni a venire.

Intervenire, analizzando sul nascere certe situazioni o atteggiamenti può aiutare il tuo bambino/ragazzo e tutta la famiglia a vivere serenamente il suo percorso di crescita.

Non sempre è semplice accorgersene ma i bambini/ragazzi risentono non solo delle loro difficoltà personali ma anche di quelle strettamente connesse alla relazione con i genitori. Importante è quindi essere ben preparati anche come figure di protezione e riferimento, affrontando per primi traumi, ansie, inquietudini e qualsiasi atteggiamento che può avere ripercussioni su se stessi e su tutta la famiglia.

Difficoltà emotive e/o comportamentali

Le difficoltà della sfera emotiva sono strettamente connesse e interdipendenti alle difficoltà comportamentali. Queste costituiscono una macro-area che raggruppa due sotto classi di condotte tipiche dell’età evolutiva: comportamenti internalizzanti, che includono problemi rivolti all’interno, connessi pertanto ad ansia, paura, vergogna, bassa autostima e tristezza comportamenti esternalizzanti, che in infanzia e adolescenza riferiscono ad una costellazione di comportamenti diretti verso gli altri e l’ambiente esterno sotto forma di oppositività, impulsività, rabbia ed iperattività.

Le difficoltà internalizzanti, è dato comune che passino “inosservate” o restino spesso celate dietro un temperamento timido, prima di avere una corretta identificazione.

Questo ritardo nella diagnosi conduce spesso all’aumento del senso di colpa nel bambino, che non vede riconosciute le proprie difficoltà, questo diviene dunque un fattore di mantenimento della patologia.

Spesso problematiche inerenti ansia e depressione in età evolutiva non trattate costituiscono fattori di rischio in età adulta per lo sviluppo di attacchi di panico e psicopatologie dell’umore.

Gran parte delle difficoltà comportamentali caratterizza periodi di crescita specifici e con essi tendono ad evolvere e rientrare spontaneamente.

Qualora però fossero inserite in quadri più complessi come ad esempio un deficit di attenzione ed iperattività, una marcata dis-regolazione emotiva o una persistente insensibilità al rimprovero, le difficoltà comportamentali non trattate possono cronicizzare in condotte aggressivedifficoltà sociali fino alla strutturazione di una vera e propria personalità anti-sociale.

Si consiglia di non attendere che sia un evento eclatante del contesto di riferimento, come ad esempio una bocciatura o un’aggressione, a segnalare le difficoltà comportamentali, bensì di rivolgersi ad uno specialista appena il repertorio comportamentale inizia a “salire” di intensità.

Più precoce è l’intervento infatti migliore risulterà la prognosi.

Da Progressi personale specializzato può prendersi cura di tutta la famiglia, offrendo servizi di psicoterapia per l’età evolutiva e l’età adulta

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Porta con te la documentazione clinica del bambino, la sua presenza non è opportuna in questa fase. Se non hai possibilità di lasciarlo a qualcuno portalo qui, potrà aspettarvi nell’area giochi.

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