Essere per Educare, guidando il bambino senza soffocarne il temperamento
Spesso dimentichiamo che alla nascita di un bambino nascono con lui due nuovi genitori,
molte volte i due nuovi genitori sono giovani e per quanto felici, si trovano a vivere momenti confusi, sommersi da responsabilità e paure.
Crescendo poi, devono sostenere una generazione nuova, di bambini e adolescenti sempre più precoci da alcuni punti di vista e tardivi su altri, si trovano ad essere genitori in una società che cambia sempre più repentinamente e un’offerta di vita, relazionale, pedagogica, tecnologica diversa da quella fino a quel momento conosciuta.
Nel Novecento, un lento processo ha portato allo svuotamento dell'”autorità parentale”, con il passaggio dal concetto di “PATRIA POTESTÀ” a “RESPONSABILITÀ GENITORIALE”.
In questo lungo percorso che ha portato al riconoscimento del Bambino come individuo con propri diritti, esperienze e bisogni (fisici, psichici, culturali e sociali) già prima del raggiungimento dell’età adulta, sono cambiati notevolmente i rapporti interfamiliari.
In una relazione familiare dall’ordinamento orizzontale, l’idea di “AUTORITÀ” viene sostituita da quella di “AUTOREVOLEZZA” e il “padre padrone” deve lasciare il posto ad un genitore che diventi una guida per una vita armoniosa dei propri figli.
Oggi, questo ordine delle cose si è notevolmente radicato, rischiando spesso di sfociare dalla parte opposta, in una mancanza di regole e rispetto.
Oggi assistiamo ad uno stravolgimento delle tappe di sviluppo del bambino nel cammino
“IO-FAMIGLIA-SCUOLA-SOCIETÀ-MONDO DEL LAVORO”.
Il Ruolo dei genitori
Oggi come non mai il ruolo del genitore, spesso stanco e affaticato dai ritmi che la vita impone, deve far fronte a maggiori responsabilità, supportando una crescita rapida, accelerata e artificiale.
Ogni genitore deve stare attento ai bisogni della sua famiglia e dei suoi bambini e applicarsi per scongiurare la sparizione dell’infanzia, sotto una pressione ambientale che tende sempre più ad appiattirne la durata e anticipare l’entrata del bambino in una sorta di preadolescenza turbolenta e difficile.
Il mestiere del genitore è difficile, bisogna lavorare attraverso l’esempio ed essere la miglior versione di se stessi da comunicare ai propri figli.
“I bambini vengono educati da quello che gli adulti sono e non dai loro discorsi.”
C.G. Jung
Se da una parte l’atteggiamento di genitore-amico può essere pericoloso se male interpretato, dall’altra l’autorevolezza non deve impedire al genitore di inginocchiarsi a terra e giocare col figlio, sfidare il proprio bambino a pallone, parlare con i figli adolescenti di qualsiasi argomento, in un’armonica sintesi di autorevolezza e amicizia.
La comprensione psicologica dei bisogni del bambino è una condizione necessaria per affrontare i momenti di difficoltà e opposizione, abbandonando collera e intolleranza.
L’autorevolezza deve essere il frutto di qualità morali e intellettuali, è una condizione necessaria allo sviluppo del bambino e al raggiungimento della sua maturità.
I genitori hanno nelle mani l’equilibrio, la serenità e la dirittura morale del proprio bambino, è usando istinto, cultura e tradizione che ne possono influenzare positivamente la crescita.
Qualche suggerimento:
DECALOGO di un genitore, forse imperfetto ma pieno d’amore
- Essere se stessi
- Essere disponibili nel gioco, nelle discussioni e nell’ascolto
- Dare esempio di autocontrollo
- Dare sicurezza nelle piccole e grandi cose
- Non essere infallibili, ma alla fine trovare una soluzione ai problemi della vita
- Mantenere il segreto delle confidenze
- Essere autorevole e non autoritario, creando la stima con l’esempio
- Controllare il proprio temperamento
- Mostrare armonia, stima e concordanza pedagogica con l’altro genitore
- Rendere almeno la cena un momento d’incontro
Non sempre quelli che possono sembrare comportamenti semplici da attuare riescono naturali, a volte la stanchezza, la frustrazione, un disagio psicologico, un’atteggiamento sbagliato e automatizzato nel tempo, rendono difficile ad un genitore il contatto con il suo bambino e la comprensione dei suoi bisogni. Se i rapporti in famiglia diventano complicati e non sai come gestirli, puoi sempre chiedere aiuto…
Mai Sentito Parlare di Parent Training?
Il periodo di sviluppo tra i 3 e gli 11 anni costituisce un periodo sensibile non solo per i passaggi di crescita bensì per la delicata sintonia che si va costruendo tra lo stile genitoriale e le caratteristiche del bambino.
Come riconoscere i bisogni del proprio figlio in un periodo così delicato?
Come rispondervi in modo adeguato senza incorrere nel rischio di “viziare” il bambino?
L’arrivo dell’adolescenza comporta una serie di cambiamenti fisici e relazionali che riattivano e mettono in discussione il rapporto con se stessi, con i genitori e con i pari.
Come essere Genitori Pronti, come essere presenti senza impedire ai nostri figli di sperimentarsi?
Come affrontare i delicati temi che questa fase di vita ci presenta?
Quando i genitori non riescono più a vivere serenamente le relazioni familiari, a controllare gli aspetti educativi dei propri figli e a gestirne i comportamenti e le difficoltà emotive, relazionali o cognitive, può richiedere un supporto psico-educativo ad uno psicoterapeuta.
Attraverso l’analisi della propria storia personale, lo psicoterapeuta accompagna i genitori nella comprensione del proprio stile genitoriale e di quali sono gli aspetti più critici. Lo specialista indica quali possono essere le strategie per modificare i comportamenti problematici del bambino/ragazzo e quali sono le possibilità di cambiamento, indirizzando i genitori verso uno STILE EDUCATIVO PIÙ FUNZIONALE ED EQUILIBRATO per tutta la famiglia.
Questo tipo di terapia è funzionale per molti disturbi dell’età evolutiva ed in particolare risulta particolarmente efficace nel trattamento dei disturbi esternalizzanti, quali il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), il disturbo oppositivo provocatorio (DOP) ed il disturbo della condotta (DC).
Il Parent training è un PERCORSO TERAPEUTICO PSICOEDUCATIVO che coinvolge i GENITORI.
L’obiettivo del programma di psico-educazione è quello di fornire al genitore strumenti per comprendere alcuni comportamenti del bambino apparentemente “senza senso” (ad. es. perché un bambino intelligente e competente non interiorizza la regola anche se viene ripetuta più e più volte?) e sostenerlo nell’affrontare le proprie difficoltà, migliorando la relazione e la comunicazione con il proprio figlio.
Lo psicoterapeuta, attraverso indicazioni pratiche, suggerisce ai genitori l’approccio migliore nella gestione di situazioni concrete di disagio e difficoltà.
Da Progressi potrai trovare professionisti specializzati per parlare delle situazioni difficili che non riesci ad affrontare da sola/o.
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Si tratta di un INCONTRO INFORMALE in cui potrai esporci tutti i tuoi dubbi sulle difficoltà del tuo bambino o su ciò che di strano hai riscontrato nei suoi comportamenti, la responsabile del centro ti guiderà nella comprensione del problema e nella scelta dell’intervento terapeutico che più si adatta alle sue esigenze.
Porta con te la documentazione clinica del bambino, la sua presenza non è opportuna in questa fase. Se non hai possibilità di lasciarlo a qualcuno portalo qui, potrà aspettarvi nell’area giochi.
Il Centro Progressi ha due sedi
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