Prima o poi parlerà

Prima o poi parlerà

pubblicato in: Linguaggio | 2

Come evolve la sua comunicazione?

La comunicazione intenzionale ha inizio tra gli 8 e i 13 mesi di vita, attraverso lo sviluppo dei gesti per esprimere il dare, il mostrare, il chiedere e l’indicare.

Attorno ai nove mesi il bambino riconosce il proprio nome e si gira se viene chiamato: fa «ciao», «batti manine», su invito o spontaneamente, forma le parole più semplici (mamma e papà).

Intorno al primo anno di vita il bambino impara ad ascoltare la musica ed è attratto dagli altri bambini.

Alla conclusione del primo anno di vita il bambino comprende i suoni della propria lingua, esercita i propri organi fono-articolatori, sviluppa le capacità di usare i simboli, suoni, gesti, oggetti per riferirsi ad un determinato contenuto.

Verso i 12-13 mesi compare la denominazione; anche se prima erano già presenti suoni che potevano sembrare parole (la lallazione, ad esempio ma-ma ba-ba pa-pa), è solo dopo un anno di età che il bambino comincia ad utilizzare questi suoni per riconoscere, categorizzare, nominare gli oggetti.

Il secondo anno di vita è caratterizzato dall’affinamento delle abilità raggiunte nel corso del primo anno, ed al termine dei 24 mesi alcuni bambini compongono frasi complete, anche se povere sintatticamente, si rendono conto di avere una propria volontà e di poter manipolare l’ambiente e gli oggetti che li circondano.

Dal secondo anno di vita inizia il periodo dei “perché”. Chiede il nome delle cose, a cosa servono, il perché di una cosa o dell’altra. Il bambino capisce che la parola fissa le immagini, permettendo di chiarire meglio le proprie esigenze. Verso i due anni acquisisce anche la capacità di parlare di se stesso in prima persona e di oggetti che egli riconosce e descrive come suoi, si descrive e si riconosce in un ruolo.

Si esprime con una frase completa ed in questa fase può comparire una disfluenza (balbuzie), che può considerarsi transitoria e fisiologica se si risolve in breve tempo. Il gioco simbolico è più ricco ed i bambini di questa età cominciano ad includersi l’uno con l’altro nei loro giochi di simulazione.

 

Perché intervenire e non lasciare che sviluppi il linguaggio con i suoi tempi?

Nel bambino a sviluppo tipico l’acquisizione del linguaggio evolve secondo tappe regolari, sulle quali tanto la letteratura quanto l’esperienza clinica concordano abbondantemente. Si deve tuttavia tener presente che:

  1. il ritmo della progressione varia considerevolmente da un bambino all’altro;
  2. qualunque acquisizione in uno dei settori del sistema linguistico (fonologia, morfologia, sintassi, semantica e pragmatica) è strettamente correlata ad acquisizioni negli altri settori;
  3. lo sviluppo verbale del bambino va collocato nel contesto generale del suo sviluppo senso-motorio, cognitivo, relazionale, emotivo-affettivo.

È importante ricordare che bambini diversi sviluppano diverse abilità in tempi diversi.

Ma allora perché e quando intervenire?

Un bambino di due anni che comunica con la rete familiare ed extra-familiare solo con pochi suoni e gesti e che ha un vocabolario di parole ristretto (<50 termini) ci può mettere in allarme.

La necessità di intervenire dovrebbe essere tanto più legata a quanto la difficoltà di linguaggio comprometta la comunicazione del bambino con chi ha intorno (gruppo dei pari, compagni, adulti).

Anche se ancora non parla, il bambino ha bisogno di comunicare i suoi bisogni e i suoi desideri. In tale circostanza, può utilizzare un linguaggio non verbale, attraverso l’uso di gesti o mettendo in atto comportamenti funzionali alla comunicazione. Spesso però, non riuscendo a farsi capire, i suoi comportamenti possono diventare disfunzionali, arrivando ad esprimersi attraverso atti di aggressività o atteggiamenti di chiusura: rimanere in disparte, rifuggire lo sguardo, evitare il confronto, non prestare attenzione alle richieste che vengono fatte, diventare provocatorio e irascibile, sono tutti comportamenti che esprimono la frustrazione di non essere compreso.

 

Quanto è importante il linguaggio?

Il linguaggio è alla base del pensiero e del ragionamento, l’evoluzione del linguaggio è fondamentale per lo sviluppo delle abilità sociali e cognitive.

Pensiamo attraverso le parole che conosciamo.

La difficoltà di linguaggio è spesso seguita da problemi associati.

Anomalie nelle relazioni interpersonali, disturbi emotivi e comportamentali, difficoltà future nella lettura e nella scrittura, sono alcune delle conseguenze di un disturbo non trattato. Una diagnosi precoce diventa quindi fondamentale per scongiurare ricadute sul piano emotivo e relazionale di un bambino che, nel pieno delle sue capacità cognitive, si percepisce un cattivo comunicatore.

Inoltre, l’individuazione precoce permette di evitare che le difficoltà di programmare e produrre il linguaggio invadano agli altri aspetti linguistici e interferiscano negativamente sull’organizzazione del pensiero verbale e dell’apprendimento.

 

Cosa fare per aiutarlo/a?

Prova ad ascoltare i suoi bisogni,

dedicagli del tempo,

accoglilo per come è, non anticiparlo, dagli il tempo di rispondere,

fagli scegliere i suoi giochi,

stimolalo,

ripeti ciò che prova a dire,

non frustrarlo davanti agli altri quando non riesce,

leggigli un libro semplice e chiaro,

usa frasi brevi e precise,

abbassati e parlagli guardandolo negli occhi.

Tra i 3 ed i 6 anni è consigliabile effettuare una visita audiometrica per indagare la capacità uditiva del bambino.

Attraverso una visita neuropsichiatra e/o una valutazione logopedica si possono analizzare e capire le condizioni che portano ad un ritardo nell’acquisizione del linguaggio.

Una logopedista può lavorare con il bambino e fornirgli tutti quegli strumenti utili a migliorare la comunicazione.

 

NON SEI SOLA/O: Il ritardo nello sviluppo del linguaggio è più frequente di quello riguardante altre aree. Se hai notato una di queste difficoltà nel tuo bambino,
se hai dei dubbi sul perché di queste difficoltà, approfondisci la questione, parlane con noi!

Non aspettare! Una diagnosi precoce è il modo migliore per affrontare una difficoltà.

Richiedi un colloquio gratuito, potrai esporre tutti i tuoi dubbi e sarai indirizzato sul percorso più adatto ad indagare e trattare il tuo caso specifico. Da Progressi potrai trovare professionisti specializzati nel trattamento dei disturbi di linguaggio.

 

NOI CI SIAMO 💚


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Porta con te la documentazione clinica del bambino, la sua presenza non è opportuna in questa fase. Se non hai possibilità di lasciarlo a qualcuno portalo qui, potrà aspettarvi nell’area giochi.

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2 Risposte

  1. Sono rari i disturbi del linguaggio che lasciano dei residui e sono per lo piu quelli in cui coesiste anche una difficolta nella comprensione del linguaggio.

    • Progressietaevolutiva

      Nel 30% dei casi i DSL portano a DSA anche se lievi, i Disturbi misti di linguaggio sono più gravi e possono evolvere anche in difficoltà cognitive.

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