Ansia nei più piccoli

Ansia nei più piccoli

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8 bambini su 100 in età evolutiva presentano un “problema” d’ansia.

I disturbi d’ansia rappresentano la patologia psichiatrica più comune in età evolutiva (MeriKangas et al., 2010; Kessler, Avenevoli, Costello, 2012).

L’ansia non è solo una cosa da grandi.

Se proviamo a tornare indietro con la memoria a quando eravamo dei bambini, alcuni di noi potrebbero riportare alla mente certe immagini in cui preoccupazioni o paure erano i protagonisti.

Anche nei bambini è possibile trovare una forma d’ansia, a volte una vera e propria angoscia caratterizzata da un forte senso di preoccupazione, aspettativa del peggio, apprensione che si manifesta anche in situazioni di per sé aspecifiche e neutrali.

Il bambino ha come la sensazione che qualcosa di terribile stia per accadere, sia essa una disgrazia o una malattia e che possa colpire lui o le persone a lui più care (quasi sempre i genitori).

Il bambino ha difficoltà a descrivere ciò che realmente pensa e sente e per questo prova ancora più angoscia andando così a creare un circolo vizioso che in alcuni casi può portare anche ad una sofferenza intensa.

Il bambino si sente perciò irritabile, insicuro, sempre alla ricerca di rassicurazioni, di gratificazioni oppure proverà a gestire questa sua angoscia tendendo alla perfezione in ogni cosa che fa.

Si avrà l’impressione di essere davanti a un bambino “maturo”: ma quello che noi adulti spesso non cogliamo è che certi comportamenti assennati sono invece il tentativo di tenere l’angoscia sotto controllo. Come nell’adulto, l’ansia è associata a manifestazioni somatiche quali mal di testa, male allo stomaco o tensione muscolare che spesso portano i bambini a chiedere di non andare a scuola o di uscire prima. L’ansia può portare anche ad avere difficoltà ad addormentarsi e in questo caso il lettone di mamma e papà è spesso la soluzione a cui si ricorre per trovare la serenità e potersi addormentare tranquilli.

Quando intervenire?

Paura e ansia sono emozioni comuni, che fanno parte del normale sviluppo. Per alcuni bambini però, i livelli di paura o di ansia sono sproporzionatamente elevati rispetto agli stimoli e al contesto ambientale (es. paura per la scuola) o rispetto al grado di sviluppo (es. paura del buio in un ragazzo di 12 anni).

Quando le emozioni e i comportamenti che si associano all’ansia compromettono il funzionamento di vita quotidiana del ragazzo o del bambino (come il rifiutarsi di andare a scuola, di farsi degli amici, un basso rendimento scolastico o difficoltà nel perseguire obiettivi tipici della propria fase di sviluppo) è possibile fare diagnosi di disturbo d’ansia.

il disagio emotivo, che accompagna l’ansia, dipende dal contenuto dei pensieri negativi e catastrofici sulle sensazioni fisiche, a cui i bambini reagiscono con strategie e condotte disfunzionali.

Il temperamento ha un ruolo importante nello sviluppo dei disturbi d’ansia.

Le ricerche dimostrano come il temperamento sia evidente già molto precocemente, basato biologicamente e stabile durante il corso della vita (Buss & Plomin, 1984; Derryberry & Rothbart, 1984; Rothbart, 1989). Le ricerche effettuate rispetto all’evoluzione dei disturbi d’ansia suggeriscono una stabilità del disturbo nel tempo, anche se le manifestazioni possono variare in base alla fase di sviluppo (Weems & Costa, 2005). In particolare, bambini più piccoli riportano paure in misura maggiore rispetto a quelli più grandi (Broeren & Muris, 2009), invece in adolescenza aumenta la tendenza a sviluppare il disturbo d’ansia generalizzata e d’ansia sociale (Ranta et al., 2007).

Esisterebbe infatti una correlazione tra età e specifiche sintomatologie:

  • In età compresa tra i 6 e i 9 anni le ansia e le paure dei bambini sono maggiormente correlate alla separazione dalle figure di riferimento;
  • tra i 10 e i 13 anni invece aumenta la paura per la morte e i pericoli;
  • in adolescenza predomina l’ansia sociale e di performance (Weems & Costa, 2005).

In generale le ricerche dimostrano che la presenza di una sintomatologia ansiosa rimane stabile nel tempo e nello sviluppo, ciò che si modifica è solo l’espressione delle preoccupazioni e delle paure.

Disturbi d’ansia

I più frequenti in età evolutiva:

  • Disturbo d’ansia generalizzata;
  • Disturbo d’ansia di separazione;
  • Fobie specifiche;
  • Fobia Sociale;
  • Disturbo d’ansia generalizzato

Se fino agli anni ‘70 si pensava alla depressione come un disturbo più frequente nell’età adulta e rara nei bambini, negli ultimi anni si è riconosciuta la DEPRESSIONE INFANTILE come un disturbo reale che può severamente compromettere il funzionamento di bambini e adolescenti in molti ambiti della vita, nelle relazioni sociali, familiari e scolastiche.

Negli ultimi 15 anni fra gli adolescenti la depressione è aumentata del 37% Il termine DEPRESSIONE descrive gruppo di sintomi che portano a significativi cambiamenti nel tono dell’umore, nel pensiero e nel comportamento.

Oscillazioni nell’umore, umore basso e irritabilità sono aspetti che possono apparire “naturali” in adolescenza ed essere vissuti come conseguenze dello sviluppo e del cambiamento di ruolo sociale e familiare da bambino.

Se questi sintomi però persistono per un periodo di oltre o almeno 2 settimane e portano a cambiamenti nelle attività sociali e personali, nel pensiero e nei comportamenti, compromettendone la serenità e il funzionamento, sarebbe bene intervenire ed approfondire la condizione che il bambino/ragazzo sta vivendo. Come nell’adulto, anche nel bambino le cause sono diverse e di tipo biologico, psicologico e sociale. In alcuni casi vi è uno specifico fattore precipitante, un evento o una circostanza che è possibile individuare all’esordio del disturbo. In altri casi vi è un lento deterioramento delle competenze sociali e nel fronteggiamento delle situazioni della vita, senza eventi scatenanti. La depressione infantile può persistere fino all’età adulta. Ansia e depressione possono essere condizioni correlate, coesistere e indursi vicendevolmente, nell’ansia in età prescolare potrebbe celarsi il germe di una depressione in età di latenza (tra i 6 anni e la pubertà) o in adolescenza.

I comportamenti di tipo internalizzante risultano “subdoli” e possono ingannare anche l’occhio più esperto.

La singola verifica o un evento particolarmente esponente come una recita scolastica possono essere vissuti con grande sofferenza dal bambino introverso ma se costituiscono eventi sporadici e non influenzano l’adattamento del bambino non meritano attenzione clinica. Se al contrario il bambino piange o protesta ad ogni separazione dal genitore, entrando a scuola in ritardo o restando isolato dalle attività in attesa di calmarsi ed elaborare il distacco, la difficoltà comportamentale incide sul suo inserimento scolastico e sul suo benessere psico-fisico ed è dunque buona prassi rivolgersi ad un professionista dell’età evolutiva.

Disturbo d’ansia generalizzata

In età evolutiva il disturbo d’ansia generalizzata (DAG) si manifesta con preoccupazioni eccessive e incontrollabili rispetto a una grande quantità di eventi o attività quotidiane.

Anche se bambini più piccoli possono mostrare segni di eccessiva ansia, il DAG si sviluppa all’incirca all’età di 12 anni. Nonostante possa esserci consapevolezza dell’eccessività delle loro preoccupazioni rispetto alle diverse situazioni, bambini e ragazzi sentono di non essere in grado di avere un controllo su esse.

Il DAG può comparire spesso in comorbidità con altri disturbi tra cui ansia sociale, ansia da separazione, depressione e disturbo da deficit di attenzione e iperattività. A differenza delle normali preoccupazioni, o paure vissute durante l’infanzia, il disturbo persiste per almeno sei mesi e causa una compromissione del funzionamento in ambito sociale, scolastico e familiare.

Di seguito un elenco dei sintomi cognitivi, comportamentali e fisici più comuni, manifestati dai bambini con Disturbo d’ansia generalizzata a casa:

  • Preoccupazioni riguardanti le prestazioni scolastiche, sportive, sociali, la salute e le finanze familiari
  • Preoccupazioni riguardo la puntualità
  • Preoccupazioni riguardanti il possibile verificarsi di terremoti, guerre o altri eventi catastrofici
  • Perfezionismo e paura di sbagliare
  • Impiegare troppo tempo nel fare i compiti
  • Mancanza di fiducia in se stessi
  • Continue richieste di approvazione (Si preoccupano in maniera eccessiva per le loro capacità o prestazioni)
  • Richieste di rassicurazione (come ad esempio chiedere a un genitore di rivedere i compiti a casa diverse volte, per assicurarsi che siano perfetti)
  • Presenza di sintomi fisici come mal di testa, mal di stomaco, stanchezza e dolori muscolari
  • Disturbi del sonno
  • Riferita sensazione d’irrequietezza
  • Irritabilità
  • Difficoltà di concentrazione
  • Vuoti di memoria
  • Frequenti autocritiche
  • Tendenza a evitare nuove esperienze
  • Paura delle critiche e dei giudizi negativi riguardo alle loro capacità
  • Tendenza a preoccuparsi eccessivamente degli eventi negativi vissuti dagli altri per paura che possano accadere a loro o alla propria famiglia
  • Tendenza al controllo sugli altri (ad esempio chiamando i genitori più volte al giorno, per assicurarsi che stiano bene)
  • Difficoltà nel prendere delle decisioni, assumendo un atteggiamento di procrastinazione
  • Tendenza all’isolamento sociale
  • A scuola, un bambino con disturbo d’ansia generalizzata può manifestare una combinazione di sintomi tra quelli elencati di seguito:
  • Eccessiva preoccupazione e ansia per le verifiche
  • Ripetuta ricerca di approvazione dell’insegnante
  • Difficoltà a parlare di fronte alla classe
  • Difficoltà nell’esprimere la propria opinione
  • Difficoltà a entrare in classe la mattina
  • Ritardi nell’ingresso a scuola
  • Bassa autostima
  • Difficoltà di concentrazione a causa di preoccupazioni persistenti
  • Irritabilità
  • Tendenza a evitare le difficoltà
  • Difficoltà a portare a termine i compiti assegnati
  • Frequenti vuoti di memoria
  • Rifiuto di giocare con i compagni ad alcuni giochi considerati pericolosi
  • Riluttanza nel voler sperimentare delle novità

Spesso i giovani s’impongono alti standard nel raggiungimento dei loro risultati e sono eccessivamente critici nei propri confronti nel caso in cui questi non siano raggiunti. A volte i bambini con disturbo d’ansia generalizzata non sono nemmeno disposti a provare nuove attività se non possiedono la certezza di esserne all’altezza o ancora sono portati ad abbandonarle in corso d’opera se ritengono che le loro prestazioni non siano adeguate.

Il disturbo si manifesta all’interno della famiglia e nell’ambito delle relazioni scolastiche ed extrafamiliari.

Coinvolge bambini che manifestano scarsa autostima, sono poco vitali, preoccupati del cambiamento, timorosi del giudizio e con difficoltà di inserimento scolastiche ed extrascolastiche.

Le difficoltà internalizzanti, è dato comune che passino “inosservate” o restino spesso celate dietro un temperamento timido prima di avere una corretta identificazione. Questo ritardo nella diagnosi conduce spesso all’aumento del senso di colpa nel bambino che non vede riconosciute le proprie difficoltà e dunque diviene un fattore di mantenimento della patologia. Spesso problematiche inerenti ansia e depressione in età evolutiva non trattate costituiscono fattori di rischio in età adulta per lo sviluppo di attacchi di panico e psicopatologie dell’umore.

Un gran numero di ricerche mostra che i disturbi d’ansia in età evolutiva sono associati a disturbi d’ansia in età adulta, depressione, uso di sostanze e altri esiti negativi per la salute mentale (Berg et al., 1989; Feehan, McGee, & Williams, 1993; Ferdinand & Verhulst, 1995; Neal & Edelmann, 2003; Langley, Bergman, Mc-Cracken, & Piacentini, 2004).

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